Mesi fa è stata diffusa e venduta nelle edicole italiane una gradevole serie di fascicoli introduttivi alla paleontologia - indirizzata ai bambini - ai quali erano allegati i reperti paleontologici provenienti da tutto il mondo.
Realizzano in tal modo, con modesta spesa, la loro prima collezione di fossili che, quasi certamente, li stimolerà a proseguire nella passione, se non negli studi, a collezionare in seguito altri fossili.
Non è la prima uscita editoriale sul tema. Già in passato nelle edicole sono state vendute molteplici collane editoriali dedicate alla conoscenza della paleontologia, composte da fascicoli con reperti fossili allegati.
Nei negozi di giocattoli, oggi anche su internet, da decenni vengono vendute scatole del tipo “ La tua prima collezione di fossili “ contenente una raccolta di vari reperti paleontologici che sono il più immediato e persuasivo invito a conoscere la storia della terra e la scienza che la studia - anch’essa in continua evoluzione – e ad accrescere il desiderio di collezionare fossili.
Nelle librerie, oggi anche su internet, da decenni si acquistano manuali introduttivi alla paleontologia, guide ai fossili, guide ai siti paleontologici nelle quali quali si descrivono con minuzia scientifica e fotografica sia i fossili stessi, sia il loro luogo di provenienza, estero o italiano.
Su web è possibile leggere accurati files con individuazione di siti ricchi di reperti paleontologici, indicazioni stradali per raggiungerli e indicazioni stratigrafiche per poter cercare e raccogliere fossili.
Con frequenza nelle scuole elementari e medie vengono chiamati, per tenere lezioni nelle classi, degli esperti di paleontologia, che siano paleontologi o paleontofili locali, per introdurre i giovanissimi a questa affascinante scienza tuttora piena di misteri. Talvolta gli studenti vengono accompagnati sui siti paleontologici e guidati nelle loro prime ricerche sul campo.
Insomma, è come se un intero mondo scientifico, editoriale, pubblicistico, scolastico ed educativo spingesse i più giovani ad entrare nel “Meraviglioso mondo dei fossili”, tanto per utilizzare il titolo di una vecchia pubblicazione.
Ma, conoscendo la legislazione vigente nel nostro Paese riguardante “ le cose che interessano la paleontologia ” ed ancora di più, riflettendo sull’esasperata applicazione della norma - spesso eseguita con vera e propria incompetenza - potremmo provocatoriamente sostenere che il comportamento di coloro che promuovono la conoscenza della paleontologia e la passione per i fossili presso le giovani generazioni ricade nell’ipotesi penale dell’istigazione a commettere un reato, per di più con una serie di aggravanti.
E’ chiaramente un Teatro dell’assurdo, o Teatro della derisione, come l’ opera del genio teatrale Eugène Ionesco.
E’ opportuno però riferire quanto esposto per comprendere come in Italia possa esistere un’ ipocrisia della seguente fattura; l’attività estrattiva e di lavorazione di una cava può legittimamente distruggere - oltreché il paesaggio - milioni di fossili, ma se un reperto paleontologico uguale a quelli distrutti, di risulta della lavorazione, trovato tra gli scarti della cava, venisse raccolto da una persona costui violerebbe un precetto del Codice dei beni culturali sanzionabile con arresto ed ammenda.
La realtà è questa.
In molti paese esteri, europei ed extraeuropei, si possono legittimamente cercare fossili con il consenso del proprietario del sito.
In cave vengono concessi permessi scritti dalla direzione, comprensivi di polizza assicurativa per i ricercatori.
Ma allora i fossili si possono collezionare ed addirittura ricercare in quei paesi ? La risposta è decisamente affermativa ma la prassi giudiziaria sembra non tenere conto di tale evidenza.
Il collezionismo paleontologico italiano vanta una tradizione plurisecolare di elevato pregio scientifico e pubblicistico.
Quante Università e quanti Musei di Scienze naturali intrattengono, oggi, rapporti proficui con i paleontofili ? Quante scoperte nel nostro Paese sono avvenute per esclusivo merito di appassionati privati che hanno denunziato il ritrovamento agli organi competenti? Per esperienza professionale vissuta posso confermare che, ad esempio, i ritrovamenti legati alla presenza di resti di dinosauri sul suolo italiano ( senza voler indugiare sulla scoperta dello Scipionyx Samniticus, il piccolo ”Ciro”, avvenuta per merito di Giovanni Todesco ) sono ascrivibili alla conoscenza ed alla pervicacia gratuita di paleontofili italiani che si sono relazionati poi con le Università o con le Soprintendenze.
Il collezionismo privato alimenta la ricerca e la scoperta. In questa Sezione del sito, dedicata alla Paleontologia, vedremo di rendere ragione giuridica delle affermazioni svolte. Anche con l’aiuto dei paleontofili stessi.